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Equilibrio, equilibrio, sempre equilibrio
Roberto Zamperini dal libro "La Cellula Madre"

Nel grande parco di Yellowstone i biologi erano allarmati.
I grandi boschi di pioppi stavano scomparendo uno dietro l'altro, lasciando lo spazio
a poche piante basse, all'erba e ad un principio di desertificazione.
Ricordando ciò che era stato il parco fino a 70, 80 anni prima, c'era di che allarmarsi.
Le rive di un fiume, che attraversa il parco, si stavano progressivamente inaridendo.
Effetti del riscaldamento globale? O inquinamento dell'aria?
I biologi misero alla prova dei fatti queste e le altre ipotesi più verosimili e scontate,
ma alla fine furono costretti a scartarle una dopo l'altra.
Che era successo da 70 anni a questa parte di così grave? Cos'era cambiato nel parco?
La rispostaproveniente dall'analisi storica delle condizioni storiche del parco, fu talmente
tanto inattesa, che i biologi l'accolsero con molta ritrosia.
Da settant'anni erano scomparsi i lupi, vittime di una caccia feroce da parte dell'uomo.
Che centrano i lupi con i pioppi e con i fiumi?
A titolo sperimentale, furono reintrodotti nel parco una trentina di lupi canadesi,
monitorati con la massima attenzione. nel giro di pochi anni, i pioppi ritornarono a crescere,
il fiume si riempì come un tempo di salici e le sue rive lentamente, ma progressivamente,
ritornarono verdi. Non solo, ma fece capolino, dopo anni dalla scomparsa della specie dal parco,
la prima coppia di castori. I biologi non tardarono a comprendere che stava succedendo:
i lupi avevano ripreso a cacciare i cervi, limitandone la presenza. Il minor numero di cervi,
animali erbivori che si cibavano delle foglie e dei germogli, dava più chance di sopravvivenza
ai pioppi. Altri animali potevano sfamarsi con le carcasse degli erbivori lasciate sul terreno dai lupi.
Il numero degli uccelli predatori crebbe di conseguenza. I salici lungo la riva del fiume avevano trovato
le stesse chance dei pioppi e avevano ripreso a crescere. In tal modo, il fiume stava ritornando verde
come un tempo. I castori, ritrovando i salici, potevano ricominciare a costruire le loro dighe che,
allagando parte del terreno, stavano stimolando ulteriormente la crescita di nuova vegetazione.
Prima di questa esperienza, pochi avrebbero scommesso sull'idea che i lupi potessero essere
collegati a processi di desertificazione. Oggi siamo più consapevoli che mai della necessità di
non alterare gli equilibri naturali se non vogliamo distruggere il pianeta.
 
Tratto dal libro "La Cellula Madre"  di Roberto Zamperini - Macro Edizioni -

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